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Lecco celebra la Repubblica: "Giovane signora carica di storia"

Lecco (Lècch) - Celebrata anche a Lecco la festa del 2 giugno, 76° anniversario del (peraltro discusso) referendum tra monarchia e repubblica che sancì la nascita della Repubblica Italiana.

Alla cerimonia lecchese hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco Mauro Gattinoni, il prefetto di Lecco Sergio Pomponio, la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann le rappresentanze e le autorità civili, militari e religiose.

Nel corso della cerimonia è avvenuta la consegna delle Onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Una data importante, anche se sull'esito del referendum gravano pesanti sospetti di brogli organizzati per ottenere la vittoria della repubblica. Di seguito l'intervento del prefetto Pomponio.

Desidero anzitutto porgere un saluto di benvenuto a tutti, cittadine e cittadini lecchesi, che hanno accolto l’invito a partecipare alla cerimonia di celebrazione del 76’ anniversario della Repubblica Italiana. Grato al sindaco di Lecco ed alla presidente della Provincia, per il loro indirizzo di saluto, ringrazio i sindaci, gli amministratori locali, i rappresentanti delle istituzioni, le autorità civili e militari, i giovani alunni dell’Istituto comprensivo di Lecco-1 e le loro insegnanti, che apportano un contributo di vivacità e di allegra spensieratezza, che ben si addicono al compleanno di una signora, carica sì d’anni e di storia, ma eternamente giovane nella sua capacità di continuamente rinascere.

Come accade finalmente oggi, in questo 2 giugno 2022, nel quale si torna a festeggiare, in piazza, la nascita della Repubblica, tutti insieme, dopo il biennio orribile dell’emergenza sanitaria, che ci ha portato via il sorriso e l’affetto di decine di migliaia di italiani, amici parenti conoscenti, alla cui memoria corre il nostro pensiero, ancora attonito ed incredulo.

Con la consueta chiarezza ed icasticità del suo alto magistero, il presidente Mattarella ha elencato, tra le sfide del nostro tempo, dapprima quella legata all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Lungi dal voler sottolineare didascalicamente i plurimi spunti di riflessione che il messaggio del Capo dello Stato ha consegnato a ciascuno di noi, ritengo di soffermarmi brevemente soltanto su quest’ultimo aspetto. La ripresa post pandemica non credo infatti potrà essere tale se coinvolgerà soltanto i profili economici e produttivi, se sarà misurata esclusivamente in valore aggiunto al prodotto interno lordo.

Essa, pertanto, dovrà essere fondata sui valori democratici (dialogo – confronto - partecipazione attiva – xenia - accoglienza), ossia sulla resilienza di tutto ciò che appartiene al novero dei rapporti umani, perché la democrazia è uno status naturale, perché l’uomo è naturalmente un animale sociale e la democrazia è la più naturale espressione politica della socialità, socialità che non è sopraffazione, ma apertura al dialogo con le culture e le diversità (e quindi accoglienza, integrazione, sviluppo).

Nell’ambito delle moderne democrazie occidentali, carattere peculiare del nostro sistema democratico è il costante confronto tra lo Stato, gli Enti territoriali, a cominciare dai Comuni, il multiforme mondo dell’associazionismo e del volontariato. Un confronto che nel nostro Paese nasce dapprima come dialogo, ed è una sorta di primogenitura culturale, perché la cultura ne imprime la nascita, ove si rifletta sul fatto che la nostra società, persino quando si è posta di fronte al sacro, ha scelto il linguaggio delle immagini per tradurre anche l’Invisibile, nella consapevolezza che avrebbe dovuto quantomeno confrontarsi, seppure non dialogare, con quest’ultimo.

Ma il confronto, che è dunque la sostanza e l’anima della democrazia, chiama in causa e presuppone il principio identitario: la consapevolezza di sé stessi, delle istituzioni, dell’onore e del senso di appartenenza e, ovviamente, della dignità della carica e delle conseguenti responsabilità. Insomma di tutto ciò che è proprio, caratteristico, essenziale della funzione pubblica e dell’essere cittadini.

Non c’è istituzione senza responsabilità, né potere senza coscienza del dovere. Non c’è giustizia senza realizzazione del bene comune, che è l’orizzonte ultimo verso cui tendere la propria azione (in quanto istituzioni pubbliche, ma anche in quanto cittadini. Proprio come questi nostri concittadini, i cui meriti conseguiti in una vita di lavoro o in occasione dell’emergenza pandemica sono stati riconosciuti con l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana).

Ma tutto ciò passa attraverso la consapevolezza che le difficoltà che si frapporranno in questo singolare cammino di perfezione civica non potranno costituire un alibi per il disimpegno, poiché ogni singolo gradino di questa scala di accesso è in sé perfetto, ossia racchiude nelle sue potenzialità quella sensazione inebriante di percepire l’infinito in un istante.

Con questo obiettivo ben chiaro, mi congedo da voi, augurando a tutti di contribuire, come cittadini singoli e associati, alla realizzazione del bene comune, nell’interesse di Lecco, dell’Italia e dell’Unione Europea. Buona Festa della Repubblica!

3 giugno 2022