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Lombardia, “storico voto” sul referendum

Milano (Milàn) - Tripudio in aula del consigliere regionale lecchese Antonello Formenti per l'approvazione della proposta di legge sul referendum consultivo "autonomista": ai cittadini lombardi verrà chiesto di esprimersi per una maggiore autonomia della Regione, come stabilito dall'articolo 116 della Costituzione.

VOCE POPOLARE. Grazie al voto in Consiglio regionale (la proposta della Lega Nord è stata sostenuta dal centrodestra e dal Movimento 5 Stelle) di martedì 17 febbraio la Lombardia potrà celebrare entro l'anno la tanto attesa consultazione popolare. Il sostegno dei grillini è stato decisivo per raggiungere i due terzi dei voti in aula.

DISPERATO DIVERSIVO. Sconfitta la sinistra, col Pd che ha cercato in tutti i modi di impedire che venisse consultato il popolo, promettendo l'apertura di  una trattativa diretta col Governo Renzi. Promesse che non hanno convinto i fautori dell'autonomia lombarda, che le hanno giudicate un «disperato diversivo centralista» cercando in aula il «voto della storica svolta».

RELATIVE RISORSE. Fra ottobre e novembre, subito dopo l'Expo, i lombardi potranno esprimersi sul seguente quesito: «Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell'unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione?».

100 MLD DI EURO. Cantano vittoria Roberto Maroni e gli stessi grillini, mentre i piddini masticano amaro, col segretario regionale Alessandro Alfieri che enfatizza i costi del referendum senza considerare che quella spesa rappresenta un'inezia rispetto alla montagna di soldi che, oggi, i cittadini lombardi devono versano allo Stato: di questi, oltre 100 miliardi di euro l’anno vanno in solidarietà verso chi, al Sud, «gestisce la cosa pubblica in maniera scriteriata», come denunciato da Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre.

INGIUSTIZIE. «Non è solo una vittoria e una festa per la Lega Nord - commenta Flavio Nogara, segretario provinciale di Lecco della Lega Nord -, ma è e dev’essere una festa per l’intero Popolo Lombardo che finalmente democraticamente potrà gridare a Roma l’enorme voglia di autonomia, alimentata dalle continue ingiustizie che la Lombardia e le altre Regioni del Nord subiscono quotidianamente. Il Popolo Lombardo è stanco di essere spremuto e la locomotiva d’Italia, con la profonda crisi che sembra non avere termine, non è più in grado di mantenere quella parte del paese improduttiva e adagiata su varie forme di assistenzialismo».

RENZI A CASA. «In attesa di questo importantissimo referendum - aggiunge Nogara - la Lega Nord chiede anche ai Lecchesi, che tra la crisi e il continuo aumento dell'imposizione fiscale non ce la fanno veramente più!, di raggiungere in massa Roma il 28 febbraio per manifestare per “Mandare a casa Renzi”. La segreteria provinciale sta organizzando pullman e treni speciali. La fine di questo governo delle tasse e schiavo dell’Europa e di Bruxelles - conclude il segretario provinciale leghista -, vorrebbe dire basta a un modello di Europa come quello odierno, e la nascita di un’Europa dei Popoli, meno tasse, stop invasione, lotta vera al terrorismo, maggiore autonomia».

 

18 febbraio 2015 (aggiornato al 19 febbraio 2015)